venerdì 16 dicembre 2011

"Genitori non si nasce educatori si diventa": sportello di sostegno alla genitorialità.

Lo sportello è rivolto a genitori che attraversano periodi di difficoltà e/o di crisi con i loro figli. Per ragioni legate a fasi evolutive o a problematiche specifiche. Lo sportello si avvale di psicologi professionisti del settore, con specifiche competenze nella psicologia dello sviluppo.

Prima consulenza gratuita
Per fissare un appuntamento, occorre contattare AMEPSI telefonicamente:
0686205101 oppure inviare una e-mail all’indirizzo di posta elettronica: info@amepsi.it

Il ciclo di incontri
 “Genitori non si nasce...educatori si diventa”
si propone di prevenire l’insorgere di problemi educativi o affrontare quelli già esistenti, in maniera pragmatica ed aderente alle richieste dei presenti.

A chi si rivolge?
A tutte le figure chiave che operano avari livelli in ambito educativo: genitori,insegnanti, educatori, operatori sociali,ecc...

GENITORI NON SI NASCE... EDUCATORI SI DIVENTA!

Nessuna famiglia può appendere il cartello “Qui non ci sono problemi” (Proverbio cinese)

La frase “genitori non si nasce” letteralmente definisce un elemento di fatto mentre in senso figurato viene usata per indicare la percezione a volte disarmante di non aver elementi che orientino e sostengano nel ruolo di “guida”.

L’essere genitori implica un forte legame con la relazionalità (non esiste genitore senza figlio!) e parlare di genitorialità ci porta a parlare di relazioni (Malagoli Togliatti e Tafà, 2005), ma prima ancora che con i figli ci si relaziona con le proprie aspettative e “idealizzazioni”, come ad esempio “I miei figli saranno...” “Io da padre/madre farò/non farò questo”, che portano in sé le tracce della nostra storia vissuta e che rappresentano gli orizzonti dei sogni ancora da vivere.

Nel momento in cui si mette al mondo il primo figlio non solo ci si apre ad una nuova complessità, rappresentata nel senso comune dalla frase “metter su famiglia”, ma per la prima volta si acquisisce il titolo di “madre” o “padre”, quindi genitore, “colui che procrea”. E da quel momento si materializzano le ricchezze e le difficoltà del mestiere di genitore.

sabato 10 dicembre 2011

THE WISHING WELL: SEX, GIVE ME HAPPINESS

di Giusy Nasello, Alba Maria Tonarti, Silvia Rondinelli

Physical contact is our first method of communication, the basis for future social, emotional and sexual relationships.
Decreased communication and contact in couples is a typical consequence of modern lifestyles. Communication is often filtered by technology rather than direct and contact is reduced by a variety of constraints (work, incompatible schedules, etc.). Sexuality remains as the only common ground, the single element to magically re-establish contact and the essential ingredient for survival of the relationship.
Methods and Materials
This work is based on the clearest contributions, drawn from both classical and current literature. Interview is the method used to verify data resultant from the clinic, through the administering of a mixed answers questionnaire.

venerdì 25 novembre 2011

Telefono, televisione, computer, videogame, Internet … possono diventare un’ossessione?

di Giusy Nasello

La società contemporanea deve oggi tener conto dello sviluppo tecnologico, che diventa parte integrante della nostra vita, delle nostre case, del nostro modo di comunicare, del nostro modo di giocare ed intrattenere, ecc.
Come tutti gli strumenti tecnologici, il computer, la TV, la play-station, ecc, provocano riflessioni contrastanti sull’interazione uomo-macchina. Da un lato sono strumenti che permettono all’uomo di svagarsi, di economizzare sul tempo, di raggiungere distanze, di comunicare a più livelli, dall’altro possono trasformarsi in macchine di potere, tanto da rendere il suo fruitore vittima più o meno inconsapevole.
Le macchine non sono mai state intelligenti, mai lo saranno, perché ad esse mancherà sempre il “senso comune”, la capacità di intuizione, la capacità di decodificare il linguaggio non-verbale, pertanto non possono in alcun momento sopraffare l’uomo, a meno che non sia l’uomo a volerlo.


sabato 19 novembre 2011

IL POZZO DEI DESIDERI: SESSO, DAMMI LA FELICITÀ


di Giusy Nasello, Alba Maria Tonarti.

      La fiaba medievale “Il pozzo dei desideri” racconta di una bambina di nome Matilde il cui unico desiderio era quello di non desiderare. Ciò nonostante la bambina si recava al pozzo dei desideri e lanciava la sua monetina, e mentre nella sua mente riecheggiava la filastrocca “Stellina bianca nella notte nera, dormi di giorno e attendi la sera e non aver paura perché, ed è cosa vera, la vita aiuta spesso chi spera”, lei non riusciva ad esprimere nessun desiderio. Matilde viveva in un incubo iniziato da molto piccina, quando, trovandosi al palazzo insieme alla sua mamma, i cavalieri che stavano assediando il castello invasero il Regno, e tutto ciò che fino a quel momento aveva portato felicità nel suo cuore cadde come un ponte mal costruito. Lei rimase sola, non vide più il volto della madre, non sentì più il suo profumo, i suoi abbracci, le sue carezze,….solo la sua voce echeggiava con quella filastrocca, l’unica a tenerle compagnia.
            Ogni sera, prima del tramonto, Matilde si recava al pozzo e lanciava la sua monetina vuota, e affacciandosi al bordo non vedeva altro che il suo volto riflesso e tante monetine sul fondo che aspettavano di realizzarsi in un desiderio, in un sogno.

lunedì 5 settembre 2011

IV ciclo di incontri de “Il Salotto del Venerdì”

Salve!
In occasione del nuovo anno “accademico”, l’Accademia Medico Psicologica propone il IV ciclo di incontri de “Il Salotto del Venerdì” che consiste in una serie di seminari divulgativi rivolti a tutti coloro i quali siano interessati o incuriositi dal mondo “psiche e dintorni”.

Amanti delle scelte che funzionano e legati da anni a questa iniziativa, cerchiamo di introdurre sempre degli elementi di innovazione rispetto agli argomenti proposti. Inoltre, quest’anno ci siamo avvalsi del prezioso contributo di specialisti delle diverse branche della medicina oltre al significativo apporto di collaboratori (psicologi, psicoterapeuti, Ph.D) che si occupano di diversi ambiti della psicologia, senza dimenticare di approfondire temi di rilevanza psicologica e sociale collegati all’ambito legale. Come sempre, le diverse tematiche saranno trattate “in modo semplice ma professionale”. 
Vi aspettiamo!
Clicca qui per consultare e scaricare integralmente il dépliant  
                                                                                            

venerdì 2 settembre 2011

Aiuto sono finite le vacanze!

Per molti di noi sono terminate le vacanze. Sia nel lavoro e nella scuola è tempo ormai di riappropriarsi di impegni e noie. Di spiagge odorose di iodio, laghetti incantevoli al crepuscolo, passeggiate in montagna spensierate, se ne riparlerà in linea di massima il prossimo anno. D’accordo, però come trovare nel frattempo energia e motivazione per andare avanti, riprendere a lavorare?

mercoledì 24 agosto 2011

cineforum psicologico: -TANGUY-

Titolo Originale: TANGUY

RegiaEtienne Chatiliez

InterpretiAndré Dussolier, Sabine Azema, Eric Berger

Durata: h 1.40
NazionalitàFRANCIA 2001
Generecommedia
Trama: Tanguy ha trentadue anni, un Dottorato in Filosofia, parla varie lingue tra cui cinese e giapponese. E' brillante, educato e anche affascinante. Per i suoi genitori è un figlio modello, con un solo piccolo difetto, vive ancora con loro e non ha la minima intenzione di andarsene.




Discussione in chiave psicologica:

Tanguy è un film francese ed i francesi amano rappresentare il sociale nei loro film, così ogni elemento di queste pellicole diventa un significativo scorcio della società. I genitori di Tanguy, i reali protagonisti del film, incarnano la trasformazione della società. Sono ex sessantottini, imborghesiti a tutti gli effetti si ritrovano su una spalla il peso di un figlio adulto che non vuole spiccare il volo; sull’altra spalla la madre anziana piena più che mai di vita che reclama il diritto alla propria assistenza. Quindi i genitori sono un anello di congiunzione tra giovinezza e vecchiaia. Nel film un anello che si riduce rovinosamente in frantumi tanto che ne accadono di tutti i colori. Anzi sono tutte queste situazioni che vanno formando, in un crescendo doloroso, il nutrimento comico del film. Il problema principale è che oltre ad essere commedia, il film è anche denuncia sociale nei confronti dei giovani che non riescono a distaccarsi dalla famiglia.